domenica 11 gennaio 2009

ALITALIA - LA STORIA INFINITA: L'IMMAGINE DI UN PAESE SURREALE

Nello scorso mese di settembre è stato siglato tra CAI, (acronimo di “Compagnia Aerea Italiana”, capeggiata da Roberto Colaninno, attuale proprietario di Piaggio ed ex titolare di Telecom Italia, unitamente ad altri “capitani di ventura” della più conosciuta imprenditoria italiana) e i sindacati confederali di CGIL, CISL, UIL e UGL, oltre alle sigle autonome di ANPAC e UP, per i piloti, ANPAV e AVIA, per gli assistenti di volo, SDL, per il personale di terra, un “accordo quadro” di definizione dei rapporti di lavoro dipendente per gestire il passaggio delle maestranze dalla vecchia Alitalia alla newco CAI.
Le criticità emerse nella fase antecedente l’apposizione delle firme da parte delle sigle sindacali coinvolte, hanno riguardato il piano industriale, ritenuto dai sindacati fumoso, velleitario, piccolo e non in linea con le dinamiche del settore, ma soprattutto le vertenze del personale, con specifico riferimento al numero complessivo degli esuberi, agli ammortizzatori sociali da garantire, al tipo di contratto da sottoscrivere per le diverse professionalità presenti in azienda, alla retribuzione ed alla gestione dei suoi elementi complementari come gli scatti d’anzianità, le ferie e i permessi.
Criticità pericolosamente esplose il giorno 31 ottobre 2008, all’indomani dell’ennesima rottura del tavolo delle trattative tra CAI e i sindacati, preludio all’offerta vincolante che Colaninno e soci hanno poi comunque presentato in extremis, e con la sola adesione delle sigle confederali di CGIL, CISL UIL e UGL, al Commissario Straordinario di Alitalia, Dott. Augusto Fantozzi, per l’acquisto degli assets materiali e immateriali dell’ex compagnia di bandiera.
Di seguito i dati dell’accordo quadro (che, lo si ribadisce, ad oggi non risulta rispettato dalle categorie autonome di piloti, assistenti di volo e di terra – in questo senso, CAI ha recentemente dichiarato che in assenza di consenso provvederà alla “selezione nominativa” con chiamata individuale, un’assoluta novità per operazioni di queste dimensioni e che pone delicate questioni procedurali al fine di evitare discriminazioni tra i dipendenti).
Assunzione a tempo pieno di 12.639 dipendenti di Alitalia (in amministrazione straordinaria) e di AirOne (società presieduta da Carlo Toto): si tratta complessivamente di 1550 piloti, 3300 assistenti di volo e 7780 tra operai, impiegati, quadri e dirigenti.
L’azienda guidata da Colaninno propone una nuova selezione del personale sulla base del piano industriale e garantendo, per piloti e assistenti di volo, il criterio dell’anzianità maturata in Alitalia o AirOne.
Esclusi tutti i dipendenti che nel corso della cassa integrazione straordinaria matureranno i requisiti per il prepensionamento, tra i criteri di selezione sono previsti precisi profili professionali per piloti e comandanti, mentre per il personale di terra assume un ruolo cruciale quello della localizzazione.
Il piano CAI prevede infatti una “struttura multibase”, senza hub, ma con network disegnato intorno agli aeroporti di Milano, Roma, Venezia, Torino, Napoli e Catania. Da qui la scelta logica di indicare come prioritario nelle selezioni il luogo di residenza dei dipendenti. Anche per il personale di terra, come per piloti e assistenti, varrà l’anzianità aziendale, si terrà conto dei carichi di famiglia, garantendo la precedenza ai genitori con minori portatori di handicap gravi e ai nuclei monoreddito. Garantita anche la clausola di salvaguardia per le lavoratrici in astensione obbligatoria e per i lavoratori “temporaneamente non idonei”: CAI non includerà questi dipendenti negli eventuali tagli cui dovesse esser costretta a far ricorso.
Trattamento a parte per i contratti a termine (cosiddetti “precari”): possibilità di assunzioni flessibili per fronteggiare periodi di riqualificazione del personale in mobilità ed eventuali esigenze produttive.
Capitolo esuberi: la girandola dei numeri mediatici è infinita, ufficialmente sono 3250 (in estate le cifre erano più pessimistiche e individuavano un range mobile tra i 5000 e i 7000 dipendenti), in realtà dovrebbero essere molti di più se si considera che a fine 2007 il Gruppo Alitalia comprendeva 18mila addetti, quello AirOne 3mila, per complessive 21mila unità. Dunque se a questi sottraiamo i 12.500 che CAI si impegna ad assumere, i lavoratori “lasciati” a casa dovrebbero essere tre le 8.000 e le 9.000 unità: dati più precisi oggi non ci vengono forniti.
Comunque per questi “sfortunati” sono garantiti 7 anni di copertura retributiva e contributiva mediante la CIGS (cassa integrazione guadagni straordinaria) di quattro anni e la mobilità di tre anni mediante l’attribuzione dell’80% dell’attuale stipendio.
Per assicurare questa somma verrà utilizzato il Fondo di integrazione al reddito, che sarà finanziato anche con l’aumento di 3 euro del prezzo del biglietto pagato dai viaggiatori in tutti gli aeroporti italiani.
Per dover di cronaca si ricorda che, al di fuori del caso Alitalia, gli ammortizzatori sociali non operano a favore dei dipendenti assunti in aziende con meno di 15 professionalità, mentre per le altre, garantiscono nel migliore dei casi il 70% della retribuzione e sono concessi per un massimo di 24 mesi.
Da ultimo, con riferimento alla tipologia contrattuale, si ricorrerà nella maggior parte dei casi a quella in corso con AirOne, che garantisce per dipendenti e piloti una retribuzione certamente superiore rispetto a quella vigente con Alitalia, seppur comunque inferiore rispetto a quella di altri competitors europei come Air France e Lufthansa.
Ma possiamo ancora considerare CAI un vettore internazionale che deve confrontarsi sul mercato con operatori del calibro di Air France, Lufthansa e British Airways?

Lissone, 12 novembre 2008

1 commento:

  1. Intanto L'Espresso riporta che le graduatorie di anzianità della CAI seguono precisi criteri. In particolare quello della raccomandazione.

    http://www.spreconi.it/2009/01/alitaliacai-il.html

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